Tempo di posa Fotografia di una danza dell’abbandono

Fotografia di una danza dell’abbandono

Performance di danza

Il tempo di posa è un tempo sospeso.
In fotografia è il passaggio necessario al sorgere della figura, che in questo periodo storico di surreale sospensione può essere metafora della percezione di sfasamento del normale decorrere del tempo. L’innaturale ed estraniata condizione del vivere nel periodo del lockdown, è osservata tramite soggetti ipersensibili, gli adolescenti, giustapposti a contesti di luoghi in stato di abbandono.
Un dialogo di solitudini ed esistenze. Un dialogo con lo spazio e con il tempo.
“C’è qualcuno che ci sente?”
L’isolamento e il forzato sfasamento di tempi vitali, rappresentano elementi di raccordo emotivo tra spazi fermi e dimenticati ed una vita destabilizzata. Concepire una danza dell’abbandono che indaghi
la convivenza tra una vita ferma ed una che si muove:
L’una rivolta in avanti, l’altra indietro.
Una che ricorda ed una che dimentica.
Una che trattiene ed una volubile, leggera, indifferente, sfuggente.
Entrambe lontane nel presente.


TEMPO DI POSA – FOTOGRAFIA DI UNA DANZA DELL’ABBANDONO è un progetto video/performativo che su sviluppa in diverse direzioni. L’origine dell’opera si trova nella fotografia, il primo studio ha dato vita ad un videofilm. Questo secondo studio, attraverso il video, l’azione danzata e la parola, porterà sulla scena danzatori e persone, adolescenti e professionisti, che abiteranno un luogo da definire, nel tentativo di isolare l’esperienza interiore di un dialogo tra esistenze recondite. I soggetti vengono alla luce da una sospensione e vivono un tempo ed uno spazio in una dimensione divenuta estranea. Sconosciuti e bisognosi di riconoscersi.


a cura di Andrea Baldassarri
il progetto è stato selezionato sul bando Richiedo asilo artistico
da InVisible Cities e Dialoghi / Residenze delle arti performative a Villa Manini

Andrea Baldassarri Laureato con lode in Scienze dello spettacolo, studia danza contemporanea, contact improvisation, teatro e mimo. Segue percorsi formativi con Giorgio Rossi, Abbondanza/Bertoni, Roberto Castello, Virgilio Sieni, Charlotta Ofverholm, Hal Yamanouchi, Luise Frank, Raffaella Giordano, Danio Manfredini. Parallelamente approfondisce la formazione come fotografo e videomaker. Lavora come interprete freelance nel teatro contemporaneo, nel teatrodanza e nella performance.
Ha lavorato con la Compagnia Abbondanza/Bertoni. Da circa 10 anni compie un percorso autoriale e di ricerca personale. Collabora con Tommaso Monza a ROD progetto triennale sul Kazakistan (Primo Impatto, Terzo Impatto, Quarto Impatto e Alma_ata); Sketches of freedom, Under Talgar’s Peak, Storie Naturali. Jupiter and Beyond di Nicola Galli (debutto Inequilibrio/Armunia). La Colpa di Markus Zohner Theater Compagnie (Lugano). The Cycles di Anton Mirto e Alit Kreiz (Inghilterra). È coautore ed interprete di Black lights_Il viaggio (2018) con Tommaso Monza, coprodotto dalla Compagnia Abbondanza/Bertoni. Lavora parallelamente come performer, fotografo e videomaker, seguendo l’interesse per le arti visive.

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