Monfalcone Hosting

In quasi tutte le lingue romanze il termine ospite riporta un’ambiguità dei significati: con la parola si intende primariamente “la persona che ospita, che accoglie cioè nella propria casa altre persone […] anche soltanto per una visita” (Treccani), al contrario nell’uso comune appella la persona ospitata. In inglese la differenza semantica viene assicurata dalla diversità tra i termini host e guest, ormai di dominio diffuso. Monfalcone Hosting si basa quindi sull’attraversamento di una comunità ‘ospitante’, da parte di visitatori che si spostano a piedi, muniti di cuffie radio. 

A tal fine una serie di interviste ha consentito alla compagnia di raccogliere voci, visioni e narrazioni della cittadinanza, così da realizzare un percorso di visita che, mediato dai dispositivi auricolari, restituisca un ritratto sonoro, una drammaturgia corale e un’esperienza poetica: il patto dell’ospitalità viene sviluppato in chiave performativa, creando una peculiare occasione di incontro tra popolazione e pubblico. Monfalcone rivela così tratti, aspirazioni, bellezze e contraddizioni che ne fanno un laboratorio sociale a cielo aperto, dove la popolazione si ritrova a comporre un insieme globalizzato, raccolto in uno spazio ridotto, incastonato tra il mare e il Carso, tra Italia e Est Europa, tra ciò che siamo e ciò che potremo essere.

ideazione e regia: Eduardo Di Pietro

aiuto regia e attrice: Martina Di Leva

dramaturg: Cecilia Lupoli

sound artist: Tommy Grieco

comunicazione: Giulia Esposito

produzione: Collettivo LunAzione

coproduzione: Quarantasettezeroquattro

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